L’inchiesta de IL PAîS : la rinascita del distretto della sedia
a cura di Stefano Pontoni
Il Distretto della Sedia è stata una delle aree più colpite dalla nefasta crisi economica globale. Gli effetti sul territorio sono stati tremendi: cancellate, in pochi anni, oltre un quarto delle aziende e dimezzato il giro d’affari. Centinaia di imprese fallite, un numero altissimo di posti di lavoro andati persi e zone industriali sempre più deserte facevano pensare che quel triangolo industriale, che comprende Manzano, San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo, un tempo fiorente, fosse ormai definitivamente morto. A crollare, per ultima, la grande sedia, simbolo di un passato tanto glorioso quanto ormai irripetibile. A undici anni di distanza dal quel fatale 2008 ci ritroviamo a raccontare una storia completamente diversa. Una storia fatta di duro lavoro, di scommesse vinte, di innovazione, di maestria artigiana, di estrema qualità. Grazie all’ intraprendenza e alla capacità degli imprenditori, alla lungimiranza di chi, nonostante la crisi, ha creduto nel futuro e nei saperi che questa terra conserva, il Distretto della Sedia è oggi rinato. I numeri sono importanti e testimoniano una crescita continua di tutto il comparto. A trascinare la ripresa del Distretto è senza dubbio l’export. Le imprese del Triangolo hanno saputo aprirsi a nuovi mercati, hanno imparato a fare rete per sconfiggere, insieme, la concorrenza internazionale. Non ci si vuole però fermare qui, le sfide da vincere in futuro sono ancora tante. Il trend è ottimo ma servono ancora investimenti, serve formare una nuova classe di operatori ma anche di imprenditori. Si può crescere ancora ma solo continuando su questa strada intrapresa negli ultimi anni.
Il Distretto della sedia non è affatto in crisi
Intervista al direttore del Cluster arredo Carlo Piemonte
Il Distretto della Sedia non è affatto scomparso, anzi, negli ultimi quattro anni ha registrato una crescita davvero importante. Un miliardo di euro di fatturato complessivo, oltre 400 milioni di export, il comparto dà lavoro oggi a più cinque mila persone. Dati che testimoniano uno sviluppo significativo. Il settore dell’arredo dimostra ancora una volta di essere un elemento chiave dell’economia di questa regione. Non si può più parlare di declino ma di rinascita. “Non dobbiamo guardare al futuro con gli occhi del passato. Il Distretto della Sedia ha saputo evolversi. Le grandi quantità a cui si puntava una volta hanno lasciato il posto alla qualità, all’innovazione, alla certificazione” – ci spiega Carlo Piemonte, direttore del Cluster Arredo Casa Fvg – “Le imprese hanno capito che per non scomparire dovevano obbligatoriamente lavorare in modo diverso. Dopo questo cambiamento, dopo aver puntato sulla ricerca dell’qualità più elevata, le aziende del Triangolo sono tornate ad essere veramente competitive ed ora sono in grado di vincere la concorrenza mondiale, esportando anche in mercati difficili come la Gran Bretagna, la Francia e la Germania”.
Fondamentale in questi il ruolo svolto dal Cluster: “Il nostro compito da un lato è stato quello di essere al fianco della Regione per la realizzazione delle politiche di sviluppo del sistema casa-arredo, dall’altro quello di assistere le aziende nei percorsi di certificazione, promuovendo lo sviluppo sostenibile. Noi come Cluster ci siamo, pronti a sostenere in tutti i modi le aziende nel loro percorso di crescita e di sviluppo”.
La sfida del Distretto della Sedia è ora quella di innovare costantemente, sia come singole imprese sia come realtà produttiva di area: “Per continuare ad essere un’area ad alta specializzazione serve migliorare ancora le infrastrutture. Alle nostre aziende servono poi dei mirati percorsi di crescita all’estero, serve sviluppare una rete commerciale che sappia guardare ai mercati internazionali. Il nostro Consorzio, che raggruppa centinaia di aziende regionali, è impegnato anche, attraverso l’international Center of Italian Design- una nostra società che agisce come gateway per il Made in Italy nel mondo – nello sviluppo commerciale all’estero”.
Il fattore umano continua a fare la differenza, le conoscenze e le maestrie artigiane sono un valore inestimabile di questa realtà. La maggior parte delle aziende oggi però denuncia una mancanza di addetti: “Una mentalità sbagliata ha portato, erroneamente, a pensare che il Distretto fosse in crisi e che non offrisse più alcuna opportunità di lavoro. In realtà, come dimostrano i numeri, non è affatto così, il Distretto è tutt’altro che in declino ed oggi richiede personale. Paghiamo purtroppo troppi anni in cui l’immagine del settore legno-arredo è stata negativa. Per questo motivo, oltre alle infrastrutture, è indispensabile puntare sulla formazione, consentendo così quel ricambio generazionale che è una priorità per le aziende”.
L’identità è molto importante e va assolutamente valorizzata. Non può però, sa sola, bastare la nuova grande sedia promessa dal sindaco di Manzano Furlani: “Questa è un’area altamente specializzata unica al mondo, un patrimonio che va tutelato. E’ necessario, prima di ogni simbolo, far capire il valore del Distretto, le qualità uniche che raccoglie in sé. Le aziende ci sono e sono davvero valevoli, meritano quindi di essere promosse in tutto il mondo nella maniera corretta. Qualora poi dalla politica arrivasse la richiesta di creare un nuovo simbolo che prenda il posto della grande sedia che oggi non c’è più noi, come Cluster, daremo il nostro contributo”.
Il mercato di riferimento del Distretto è ancora oggi l’Europa: “Quasi l’80% dei prodotti vengono esportati all’interno della Comunità Europea. Poi viene vengono l’America e la Russia. La Cina sta crescendo negli ultimi anni notevolmente ma si tratta di un mercato assai particolare, non adatto a tutte le aziende.
Il sindaco di Manzano Furlani: “Investimenti e progetti ma ridaremo anche un simbolo al Distretto”
Mettere definitivamente la parola fine alla profonda crisi del 2008 che aveva messo in ginocchio il Distretto della Sedia. E’ questo uno degli obiettivi primari del Sindaco Piero Furlani. Imprenditore dell’arredo da una vita, ha deciso di scendere in politica per aiutare la sua Manzano a tornare ad essere, a tutti gli effetti, la capitale della Sedia.
“Il Distretto della Sedia è riuscito a sopravvivere, con grandi sacrifici, alla crisi. Le nostre aziende non si sono mai arrese, anzi, anche nei momenti più difficili, hanno continuato ad investire e a credere nella ripresa. Ora, finalmente, cominciamo a raccogliere i frutti di questo grande impegno. Il Distretto oggi è profondamente diverso a trent’anni fa. E’ un Distretto che crede nell’innovazione e che punta più sulla qualità che sulla quantità, che si distingue per sua la straordinaria maestria e per le sue avanzate tecnologie di produzione. La lungimiranza e la competenza dei nostri imprenditori da sole però non possono bastare, servono investimenti per far sì che quest’area torni ad essere davvero importante in Italia e nel mondo. E’ necessario quindi che anche la politica faccia la sua parte, serve tornare a credere nelle potenzialità di questo territorio”.
Uno dei problemi di Manzano, denuncia Furlani, è stata l’assenza di rappresentanti nei tavoli regionali e nazionali: “Siamo sempre rimasti in disparte e ciò ha influito negativamente sulla ripresa e sullo sviluppo del manzanese. Rappresentiamo una delle economie più importanti di tutto il Friuli Venezia Giulia, meritiamo quindi più attenzione da parte delle istituzioni. Qualcuno, negli ultimi anni, si è dimenticato, forse volutamente, del Distretto, ora la situazione deve assolutamente cambiare. Non è vero che il Sindaco non può fare nulla, mi batterò personalmente per far sì che a Manzano arrivino quelle risorse necessarie per realizzare i tanti progetti che abbiamo in programma”.
La prima mossa? Rimettere in moto la macchina amministrativa e ridare slancio a diversi progetti rimasti per troppo tempo bloccati: “Al momento del mio insediamento ho trovato un Comune fermo, c’era una situazione di stallo totale. Manzano aveva bisogno di una scossa, di nuova energia per ripartire. Il nostro è un territorio che ha bisogno di investimenti importanti per crescere, per tornare ad essere veramente attrattivo. E’ questo il compito che i manzanesi ci hanno affidato e che noi vogliamo portare assolutamente a termine. A Manzano c’è da fare tanto, serve che tutti ci rimbocchiamo le maniche se vogliamo garantire un futuro migliore ai nostri cittadini. Non vogliamo tradire la fiducia dei manzanesi”.
Per far sì che Manzano riescano a vincere le sfide globali che si troverà ad affrontare nei prossimi anni servono investimenti in infrastrutture e servizi: “Per fare questo però dobbiamo mettere a disposizione delle imprese del manzanese le migliori infrastrutture possibili. A cominciare dalla rete fognaria, opera che porteremo presto a termine. Non solo, miglioreremo la rete stradale, rendendo l’area industriale più facilmente accessibile, permettendo così alle imprese di risparmiare tempo e denaro. Una viabilità veloce, alternativa alla strada regionale 56 con la costruzione di un ponte che colleghi le due zone industriali di Manzano e San Giovanni. Altro impegno sarà quello legato alla sburocratizzazione, ho cercato, già in questi primi mesi di portare la mia mentalità da imprenditore e applicarla alla macchina amministrativa per accelerare gli iter burocratici e facilitare l’insediamento di nuove attività. Con gli altri Comuni del Distretto e con la Regione, poi, studieremo un piano di vantaggi fiscali così da rendere l’area ancor più attrattiva. Solo così facendo riusciremo a portare a Manzano nuovi investimenti e nuove imprese, potenziando allo stesso tempo quelle già presenti”.
Il presente del Distretto, lo testimoniano i numeri, è importante e merita un simbolo all’altezza: “Demolendo la grande sedia abbiamo perso un simbolo che per vent’anni aveva rappresentato il Distretto nel mondo. Così facendo è stato data l’immagine di una Manzano completamente decaduta, di un’economia che aveva perso la sfida contro la crisi. In questi mesi abbiamo lavorato alla realizzazione di una nuova opera che possa rappresentare la vocazione produttiva di questa città e di tutto il Distretto. Lo prometto, ridaremo ai manzanesi un simbolo nel quale potersi identificare, la grande sedia verrà ricostruita. Non soltanto, stiamo lavorando anche alla realizzazione di un brand che possa rappresentare le nostre aziende all’estero e la qualità dei nostri prodotti”.
Investimenti mirati e ragionare di sistema. San Giovanni al Natisone recita oggi un ruolo di primo piano all’interno del Distretto della Sedia
Le sue due zone industriali, Cascina Rinaldi e la Brava, rappresentano il vero fulcro del Triangolo, ospitando il numero più elevato di imprese del settore legno-arredo. Una serie mirata di investimenti ha consentito, negli ultimi anni, di offrire un’ampia gamma di servizi e di infrastrutture all’avanguardia alle imprese e di volgere, finalmente, lo sguardo oltre alla crisi, al futuro. Al di là del fiume Natisone, a due passi da Manzano, storica capitale della sedia, troviamo quindi una situazione decisamente diversa: aziende in salute, zone industriali praticamente al completo, produzione a regime massimo. Non ci si vuole però assolutamente fermare qua, come ci spiega il sindaco Carlo Pali, per il rilancio definitivo serve ancora rimboccarsi le maniche, servono altri progetti, serve impiegare ulteriori risorse nello sviluppo.
“Investire è indispensabile, i soldi ci sono e ora facciamo partire concretamente i progetti” – ci assicura il primo cittadino – “Con la passata amministrazione il nostro Comune ha ricevuto un contributo importante da parte della Regione. 7,2 milioni di euro, che derivano dallo stralcio del progetto del nuovo ponte sul Natisone, e che siamo riuscito a trattenere sul territorio. Un contributo davvero importante che ci ha permesse di riqualificare le aree produttive. Le nostre zone industriali erano coperte soltanto al 20% dalle fognature, grazie a queste risorse siamo ora in grado di dare una risposta concreta a questo problema. I primi due lotti sono già in fase avanzata di progetto, entro due anni verrà fatta la posa. Le imprese avranno così a disposizione tutto ciò che serve, le nostre zone industriali diventeranno ancora più appetibili per gli investitori. Ora, sempre in collaborazione con la Regione, stiamo studiando nuovi progetti, pianificando nuovi investimenti per valorizzare ancor di più tutta l’area, rendendola così, anche in ottica regionale, sempre più strategica”.
L’altro fronte sul quale l’amministrazione sta lavorando intensamente è quello della viabilità
“All’interno del progetto della terza corsia siamo riusciti ad inserire la riqualificazione della strada Palmarina, con la realizzazione di alcune rotonde e l’allargamento della carreggiata. Dall’uscita del casello di Palmanova si potrà, quindi, facilmente raggiungere le nostre aree industriali, le aziende saranno molto più vicine all’autostrada. Siamo riusciti poi ad ottenere anche la realizzazione di una strada che dalla Brava porterà direttamente alla statale. In questo modo si scaricherà un po’ di traffico dalla Palmarina, tagliando Villanova e collegando velocemente alla statale che porta al casello di Villesse. Questa migliore viabilità rappresenterà un vantaggio considerevole per le nostre aziende. Verrà realizzata anche una pista ciclopedonale che collegherà Manzano a Jalmicco, che potrà consentire, anche in chiave turistica, un ulteriore sviluppo al nostro territorio”.
Indispensabile però creare anche rete con Manzano e Corno di Rosazzo, gli altri due fulcri del Triangolo “E’ importante ragionare di sistema. La logica di pensare soltanto a sé stessi non ha più alcun senso. Al bando quindi ogni campanilismo, si deve creare rete, ci deve essere da parte di tutti la volontà a collaborare. I comuni del Distretto devono sedersi ad un tavolo comune, devono tutti far parte di un unico grande progetto. Sarà importante fare squadra all’interno delle future Comunità che verranno a crearsi dopo la riforma degli Enti Locali. Non possiamo pensare di restare da soli, dobbiamo creare collaborazioni su progetti, dobbiamo condividere i servizi. Manzano, San Giovanni e Corno hanno un interesse comune che è lo sviluppo del Distretto, in questo senso è indispensabile lavorare insieme. Uniti siamo più forti, possiamo attirare più investimenti”.
Manzano ci tiene molto a ricostruire la grande sedia, un simbolo che rappresentava tutto il distretto “La grande sedia, da sé, però non può essere un volano, per rilanciare un territorio non basta un simbolo ma investimenti e collaborazione. Storicamente è sempre mancata un’unione vera. Sarebbe utile ideare un marchio che identifichi tutta l’area, ma serve soprattutto la collaborazione tra i comuni e tra le aziende. Serve un cambio di mentalità. Ripeto, solo se siamo veramente uniti, possiamo essere davvero importanti nel mondo. Non è un passo facile da fare ma creare una rete tra comuni e imprese può rappresentare un vantaggio per tutti”.
Oltre alla Sedia c’è di più, San Giovanni al Natisone si dimostra essere un territorio ricco di opportunità “Ci sono delle importanti aziende agricole e vitivinicole a ridosso dell’Abbazzia di Rosazzo, delle eccellenze alle quali dobbiamo dare assolutamente la dovuta attenzione. Anche a queste imprese dobbiamo dare una serie di servizi ad hoc. Per questo motivo abbiamo ideato un piano che punta allo sviluppo del comparto turistico e enogastronomico. Il nostro comune si trova in posizione baricentrica tra Cividale, Udine, Palmanova e Gorizia, è dobbiamo sfruttare al meglio questa caratteristica. Il nostro obiettivo è collegare il Collio, il Brda slovene con delle piste ciclabili, rendendo così il nostro comune un luogo di passaggio privilegiato. Valorizzeremo poi anche l’importante patrimonio storico e culturale che abbiamo a disposizione. A partire da Villa de Brandis, dalla pinacoteca che contiene quadri di inestimabile valore, dal parco storico, fino alla biblioteca, ad oggi una delle più grandi di tutta la regione. Con eventi e manifestazioni porteremo sempre più gente a San Giovanni, dando occasioni di sviluppo anche all’economia del centro e della piazza”.