Le riflessioni di Prima Udine dopo l’assemblea
“Tra la cittadinanza e la giunta comunale c’è ormai una distanza incolmabile e sono troppi i motivi di motivato dissenso: dal porta a porta allo spostamento del tempio crematorio a Paderno, dalla gestione approssimativa di importanti opere pubbliche come via Aquileia e via Mercatovecchio ai problemi del doposcuola con i genitori inferociti, con comitati spontanei che stanno nascendo un po’ dappertutto, buon ultimo quello contro la centralina in cemento di Largo delle Grazie.”
Ha concluso così l’ assemblea di Prima Udine tenutasi ieri (10/12/2019) il capogruppo Enrico Bertossi che insieme al consigliere Giovanni Marsico ha illustrato l’ attività del gruppo consiliare a un terzo del mandato amministrativo.
“Il nostro approccio è e sarà costruttivo pur con proposte ed emendamenti che sono sempre stati ignorati o respinti e continueremo a votare le delibere condivisibili come quelle sulla sicurezza. Manca però completamente una visione sul futuro della città e un progetto chiaro sulla Udine del prossimo decennio. Ci chiediamo a cosa sono serviti quindici anni di opposizione del centrodestra se adesso che hanno vinto le elezioni non hanno la più pallida idea di cosa fare, ricalcando in bilancio praticamente tutto quello che hanno ereditato?”
L’ assemblea ha condiviso la preoccupazione più grave che riguarda il progressivo isolamento di Udine.
“E’ singolare – ha sottolineato Bertossi – che siano stati invitati a Palazzo D’ Aronco dal sindaco il presidente della Regione, l’ assessore alle attività produttive e ben tre parlamentari di peso per parlare del rimpasto di due assessori e non delle grandi questioni che riguardano il sotto finanziamento dell’ Università di Udine, il Parco Scientifico Tecnologico che rischia di finire sotto Trieste e la Fiera sul cui futuro stiamo attendendo da un anno la presenza di Bini in commissione o consiglio per relazionare.”