Agricoltura: Zannier, Fvg prima regione a puntare su Bioeconomia
“Siamo la prima Regione in Italia ad aver adottato, già lo scorso anno, un Documento di primo posizionamento sulla Bioeconomia che sappiamo essere uno dei settori strategici di sviluppo nel futuro imminente. Quello che ancora non sappiamo è quali siano i confini di una materia in piena evoluzione; per questo ci serve aprire un confronto multidisciplinare e raccogliere le migliori idee”. Con queste parole l’assessore alle Risorse agroalimentari del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, ha aperto a Udine il convegno “Bioeconomia in Fvg” rivolto ai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche, della ricerca, del settore produttivo, della società civile, della scuola, della formazione, e dell’università per analizzare congiuntamente il tema della formazione in questo specifico ambito di conoscenza. Se è vero, come ha affermato Zannier, che “siamo di fronte a scenari avvincenti e in rapida evoluzione” alcuni dati a livello europeo aiutano a far comprendere quanto la Bioeconomia potrà incidere concretamente sulle linee politiche di Stati e Regioni nei prossimi anni. Nel programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione, Horizon 2020, i finanziamenti destinati a questo settore ammontavano a 3,85 miliardi di euro; nel prossimo settennato, con Horizon 2027, le risorse vengono più che raddoppiate portandole a 10 miliardi e con un’aspettativa occupazionale di 18 milioni di posti di lavoro. La Bioeconomia in Italia (che investe principalmente agroalimentare e risorse naturali) produce 328 miliardi di fatturato e occupa 2 milioni di addetti, numeri che hanno collocato il nostro Paese sul podio degli Stati europei fin dal 2017. Il prossimo obiettivo nazionale è aumentare il turnover e far crescere l’occupazione di settore del 15 per cento entro il 2030. “L’agricoltura – ha sottolineato Zannier – è il comparto più avvantaggiato poiché detiene il prodotto primario delle filiere bioeconomiche, ma deve intercettare altri settori come quello industriale o energetico per allungare queste stesse filiere che oggi risultano ancora troppo corte”. Un esempio è lo sviluppo di fertilizzanti da scarti di produzione o la ricerca di economie circolari nel settore energetico capaci di azzerare del tutto i rifiuti. “Grazie al documento di posizionamento primario il Friuli Venezia Giulia sta già avviando dei progetti europei in partnership con altre regioni estere, come ad esempio l’Andalusia” ha annunciato l’assessore, evidenziando anche la posizione privilegiata che la Regione assumerà nel 2020 come coordinatrice a livello nazionale del tavolo delle Regioni del Cluster “Spring”, ovvero il Cluster italiano della chimica verde. “Abbiamo davanti occasioni di innovazione e di sviluppo di reddito – ha detto ancora Zannier -, rispetto alle quali è centrale il tema della formazione e dell’incrocio di diverse competenze necessario proprio per affrontare l’attuale indeterminatezza dei progetti che potrebbero concretamente svilupparsi un domani”. Il convegno, promosso dall’assessore regionale al Lavoro e formazione, Alessia Rosolen, è stato curato dalla direzione centrale Lavoro, formazione, istruzione e famiglia che a giugno avvierà un ciclo di corsi per i formatori. Come sensibilizzare il mondo produttivo e anticipare i bisogni formativi legati alle opportunità della Bioeconomia, come formare i formatori e come orientare i giovani, le famiglie e gli insegnanti sono stati i quesiti a cui l’appuntamento di oggi ha tentato di dare risposta, anche sulla base dell’esperienza condotta dall’agenzia regionale AgrifoodFvg (che da poco ha incluso nella propria ragione sociale anche il cluster della Bioeconomia). Nel 2019, infatti, l’agenzia ha avviato, in collaborazione con le università di Trieste e Udine, il primo corso di specializzazione che ha diplomato in Bioeconomia dieci giovani laureati.