I rischi inquinamento elettromagnetico e 5g a Udine e provincia
Il giorno 7 agosto 2019 è stato pubblicato un articolo sul Messaggero Veneto in cui si annunciava la volontà, da parte dell’assessore alla sanità Dott. Giovanni Barillari, di costituire una commissione speciale per valutare l’impatto sulla salute che potrebbe presentarsi a seguito dell’implementazione di ulteriori 82 nuove antenne nel territorio comunale, come richiesto dalle compagnie telefoniche.
A tale commissione -si scrive nell’articolo- saranno chiamati a partecipare: l’Arpa FVG, il CRO di Aviano e l’Istituto Superiore di Sanità, oltre ad associazioni e comitati che si prefiggono la tutela della salute della popolazione.
L’Associazione Italiana Elettrosensibili ha fatto richiesta formale di partecipazione alla suddetta commissione e sollecitato più volte la segreteria dell’assessore Barillari, ma senza mai avere alcun riscontro.
La Commissione ha aperto i lavori lo scorso 4 dicembre e si è articolata in 3 incontri, l’ultimo dei quali avvenuto in data 3 febbraio e ha visto come relatori:
la dott.ssa Anna Bampo, rappresentante dell’Arpa FVG per l’inquinamento elettromagnetico,
– il Dott. Acchiardi del Dipartimento di Prevenzione – Direzione Sanitaria di Udine – Servizio Igiene Ambientale,
il dott. Serraino, direttore SOC Epidemiologia Oncologica,
il ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità Alessandro Polichetti,
Nessuna associazione o comitato invece è stato coinvolto.
La possibilità di fare domande è stata riservata ai consiglieri, nessun esperto esterno o cittadino o comitato o associazione ha potuto intervenire.
Gli interventi hanno messo in luce una situazione fumosa dove pare impossibile avere garanzie di innocuità e assenza di impatto sulla salute.
Al primo incontro, la Dott.ssa Bampo ha evidenziato che ad oggi Arpa non ha la strumentazione per rilevare i campi elettromagnetici che si verranno a creare con l’implementazione della tecnologia 5G, che andrà a sommarsi a quella già esistente (si precisa peraltro che le 82 nuove antenne riguardano l’attuale tecnologia 4G, quindi impianti a cui si dovranno sommare, in un futuro a breve termine, anche quelli destinati alla tecnologia di 5° generazione). La particolarità del sistema 5G è che le antenne contengono al loro interno tanti piccoli pennelli (antennine) orientabili che si spostano a seconda della richiesta del device, come una sorta di occhio di bue colpiscono con un fascio elettromagnetico il cellulare in chiamata (e a breve, l’automobile a guida autonoma, il frigo di casa nostra, la stampante, la lavatrice ecc.). La dottoressa infatti nella seduta di commissione dichiara come vi sia un notevole aumento di campo elettromagnetico tra la misura fatta nella cella dell’antenna 5G senza nessun device in funzione e il fascio in chiamata di un cellulare (come dimostrato da Arpa Puglia). Facciamo notare come, in commissione, alla domanda del consigliere Liano, circa il rispetto dei limiti di campo di legge con il 5G in funzione, la Bampo non sappia dare una risposta certa. Min 58,30 HYPERLINK “https://youtu.be/8Qk4aQv6ylU?t=3511″https://youtu.be/8Qk4aQv6ylU?t=3511
Già da qualche settimana, sempre da notizia pubblicata sul Messaggero Veneto, si evince che il Comune di Udine ha ricevuto le istanze per 3 antenne 5G (Iliad) e proprio nella giornata di oggi veniamo a sapere di 2 nuove antenne installate in provincia di Udine (Martignacco), oltre a due antenne a Gorizia e San Quirino (PN) (Telecom); c’è quindi da chiedersi come sarà possibile garantire il rispetto della normativa, se ad oggi ARPA non ha la capacità di fare le misurazioni…
Ci teniamo a sottolineare che la legge prevede che il controllo ricade in capo ai Comuni, che si affidano ad ARPA come organismo tecnico di controllo.
(Dott.ssa Anna Bampo-Arpa FVG: HYPERLINK “https://youtu.be/zsKAybLTfjY?t=2295″https://youtu.be/zsKAybLTfjY?t=2295)
Nel secondo incontro il Dott. Serraino del CRO di Aviano ha parlato di impatto sulla salute, concentrandosi sulla capacità delle onde elettromagnetiche di portare patologie neoplastiche che, stante gli studi da lui riportati, non sembrerebbero essere aumentate di molto (dato controverso e contraddetto da ricerche indipendenti condotte su animali come quella dell’Istituto Ramazzini e del NTP della California, gli studi condotti in vitro dal CNR di Bologna ecc…e fortemente contestato, come da lui stesso riportato, dall’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente-ISDE).
Riporta, sempre il dott. Serraino: gli effetti sanitari possono essere tantissimi e non solo di natura neoplastica; fa quindi un elenco riportando le seguenti voci:
infertilità, impatto sul sistema uditivo, ipersensibilità con sintomi generici, impatto sullo sviluppo fetale, sul battito cardiaco, sul comportamento, sul sistema endocrino, sul sistema immunitario , sul sistema di termoregolazione, sul sistema osseo, sui nervi periferici, tutti gli effetti a livello cerebrale, sulle funzioni cognitive, sul sonno e infine sul DNA .
Continua poi sottolineando che non esiste una risposta certa in merito all’impatto sulla salute e che, visto il continuo e crescente aumento del livello espositivo inizia a mancare anche il cosiddetto “gruppo di controllo”, ovvero quella parte della popolazione che non è esposta e che potrebbe far emergere le differenze in salute rispetto alla popolazione esposta.
La gravità dell’incertezza è dettata anche dal fatto che l’esposizione avviene in fasce di età sempre più precoci, e che ad oggi l’impatto sul feto, sui bambini e sugli adolescenti non è valutabile ma sicuramente bisogna tener conto della loro maggiore vulnerabilità avendo anche una scatola cranica più sottile e permeabile (essendo soggetta ancora ad espansione) dice: “Noi non sappiamo cosa vuol dire essere esposti a 10 -12 – 8 anni per tot. ore al giorno; rimane quindi un certo grado di incertezza…. gli studi gestiscono incertezze ….”
Alla domanda posta dal consigliere Domenico Liano se ci siano studi sugli effetti sulla salute determinati dal 5G, il dott. Serraino risponde che sicuramente ci sono ma che lui non li conosce…. A chi scrive non risultano studi e pubblicazioni in merito, tanto più che la tecnologia 5G non è mai stata usata fino ad ora e che, soprattutto, non si è mai avuto una sommatoria di campi elettromagnetici a diverse frequenze come lo scenario prossimo futuro sembrerebbe prefigurare …
Si ricorda che il 5G andrà a sommarsi alla tecnologia in essere e non a sostituirla.
(Dott. Serraino- CRO Aviano: https://www.youtube.com/watch?v=JlF6O-Y3WfU)
Nella terza seduta di Commissione è intervenuto il ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità Alessandro Polichetti, che ha presentato risultati di studi datati, senza fare cenno ai più recenti studi in vivo effettuati e negando tutta la serie di effetti sub-termici che esulano dalle malattie neoplastiche, elencati invece in precedenza dal Dott. Serraino.
Sono stati ignorati gli studi dell’Istituto Ramazzini (istituto indipendente fiore all’occhiello della ricerca italiano, Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), conclusisi lo scorso anno ed effettuati su oltre 2000 ratti, sottoposti dalla nascita fino a morte spontanea per 19h al giorno ad antenne di 1800mh (2/3G), dai quali è emersa un’incidenza statisticamente significativa di tumori alle cellule di Schwann del cuore e tumori al cervello; gli studi condotti quasi contemporaneamente dall’Istituto californiano National Toxicology Program, (che ha comunicato i risultati già nel novembre 2018), effettuati su ratti esposti dalla nascita fino ai due anni di vita (65 anni uomo equivalente) ad un campo elettromagnetico pari a quello del cellulare (campo vicino), dai quali sono emersi risultati molto simili a quelli raggiunti dal Ramazzini: «chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Il rapporto aggiunge anche che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali». E qui si sta parlando ancora di 2G e 3G, ma ora si vuol introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G
I numerosissimi studi raccolti nel rapporto BioInitiative, raccolta organica, aggiornata e completa redatta da 29 scienziati provenienti da vari Paesi che, dopo la pulizia dai lavori dipendenti da finanziamenti privati, riporta un numero enormemente elevato di articoli che evidenziano rischi sull’uomo.
Alla domanda posta dal consigliere Liano: “quali garanzie ci sono per la salute e che garanzie ci dà l’Istituto Superiore di Sanità?”, il ricercatore Polichetti ha risposto: “il compito dell’Istituto Superiore di Sanità è di valutare le evidenze scientifiche e di dire le cose come stanno, non ha il compito di dare garanzie… lo stato delle evidenze scientifiche è quello, poi cosa bisogna fare dal punto di vista politico è compito di qualcun altro, noi non dobbiamo dare garanzie di nulla”
(ricercator Polichetti_ISS: Min. 58,30 HYPERLINK “https://youtu.be/8Qk4aQv6ylU?t=3511″https://youtu.be/8Qk4aQv6ylU?t=3511)
Ci chiediamo quindi come, in assenza di garanzie e di certezze, si possa imporre alla popolazione di essere sottoposta a qualcosa dalla quale non ha la possibilità di sottrarsi… ricordiamo che con la tecnologia 5G dovrà essere garantita la copertura del 98% del territorio nazionale.
Nella seduta di Consiglio di lunedì 17 febbraio l’assessore Barillari ha presentato le conclusioni della Commissione speciale, sostenendo che non ci sono studi che dimostrino una significatività statistica di esposizione con le malattie neoplastiche. Eppure gli studi effettuati sui topi dal Ramazzini dimostrano il contrario. Come mai questo studio è stato ignorato?
L’assessore ha inoltre evidenziato come in regione non ci sia stato un aumento dei tumori cerebrali negli ultimi 20 anni, ma ha omesso di indicare l’aumento significativo rilevato da studi epidemiologici inglesi, come si vede nei grafici allegati: il glioblastoma cerebrale in Gran Bretagna è più che raddoppiato dagli anni 70 ad oggi.
Pertanto la realtà attuale dimostra l’incremento dei tumori e il nesso causale con le radiofrequenze è stato provato sulle cavie, in una situazione come questa è altamente rischioso procedere verso un aumento delle radiofrequenze (aumento che certamente si avrà con la diffusione del 5G). Anche se questo non è ancora stato evidenziato dalle istituzioni (IARC e ISS), il principio di precauzione impone di bloccare una tecnologia così rischiosa, fintanto che non sarà accertata l’assenza di danno sugli essere umani e sull’ambiente. Principio di cui si sono avvalsi gli oltre 150 comuni italiani che hanno emanato atti ufficiali per fermare l’implementazione del 5G.
HYPERLINK “https://www.alleanzaitalianastop5g.it/443193497″https://www.alleanzaitalianastop5g.it/443193497
L’assessore Liano è intervenuto in consiglio sottolineando che la Commissione speciale inquinamento elettromagnetico ha lasciato molti dubbi e soprattutto non ha dato alcuna garanzia, come affermato dallo stesso Polichetti. Si rilevano in questa sede i profili di responsabilità che coinvolgono direttamente il Sindaco nella Sua veste di massima autorità sanitaria locale.
La legge fornisce gli strumenti al sindaco di agire per proteggere la salute dei suoi cittadini in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3‐ter del D. L.vo n. 152/2006, che gli permettono di agire al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibili per i cittadini, imponendo a tutte le attività da cui possano originare emissioni inquinanti l’adozione delle migliori tecnologie disponibili, nonché ad assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione
Questo il link ad un video riassuntivo da noi realizzato, che raccoglie gli aspetti salienti della Commissione speciale
HYPERLINK “https://www.youtube.com/watch?v=cWM_-mdI8LE”https://www.youtube.com/watch?v=cWM_-mdI8LE
E’ per questo che, come rimarcato in seduta consiliare dal consigliere Liano, a seguito della Commissione speciale di Barillari, riteniamo si debba affrontare il tema del 5 G nella città di Udine in modo maggiormente analitico e anche da una diversa prospettiva.
Per questo motivo, come Associazione italiana elettrosensibili e Alleanza Italiana Stop5G, già da tempo abbiamo richiesto, per il tramite del consigliere comunale e membro della Commissione 2° Territorio e Ambiente Domenico Liano, una commissione sul tema, che preveda la partecipazione di relatori qualificati e il diritto di intervento delle associazioni competenti.
La richiesta è stata depositata all’amministrazione ancora il 18.12.2019.
Il presidente della commissione 2° Territorio e Ambiente Giovanni Govetto non ha convocato. E, da quanto risulta da contraddittorio che abbiamo avuto con lui, non si ritiene abbia alcuna intenzione di convocarla.
Viste anche le delicate tematiche di ordine sanitario, si rende quindi necessario cambiare interlocutore.
I relatori ci hanno dato disponibilità per un’unica data: il 3 aprile 2019, alle ore 17.30.
Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuno individuare nel Vicepresidente della 2° Commissione Territorio e Ambiente Giovanni Marsico l’interlocutore adeguato per chiedere la convocazione della commissione per quella data e orario.
Secondo quanto disposto dal Regolamento del Consiglio comunale di Udine, art. 18, c. 16 e art. 8 c. 2.
Per poter finalmente confermare la seduta a relatori, associazioni e comitati, con il rispetto che gli stessi meritano.
Leggiamo sul Messaggero Veneto dello scorso 28 febbraio il titolo: “Non c’è prova scientifica che il cellulare provochi tumori”. L’assessore afferma questo in base ai risultati della commissione e ricalca ciò che viene affermato dall’ISS lo scorso agosto 2019 con il rapporto ISTISAN 19/11, rapporto fortemente contestato da ISDE (Medici per l’ambiente). Il rapporto dell’ISS è una meta-analisi che rileva delle grosse carenze ed errori metodologici:
– ritiene sufficienti gli standard ICNIRP, basati in modo arbitrario sulla sola possibilità di indurre effetti termici acuti e ignorando i risultati di numerosi studi che suggeriscono effetti biologici non-termici successivi a esposizioni croniche anche inferiori ai limiti attuali.
– Ignora completamente il documentato rischio di patologie non-oncologiche da esposizione a radiofrequenze e l’ipersensibilità ad esse (malattie neurologiche, alterazioni del sistema riproduttivo, malattie metaboliche…pertanto Alzheimer, obesità, diabete di tipo 2, infertilità….)
– Nelle conclusioni parla timidamente di incertezze scientifiche ma evita di esplicitare la sostanza di tali incertezze e non propone quale utilizzo farne a fini di prevenzione primaria, data l’affermata maggiore vulnerabilità dei bambini, alla quale sarebbe da aggiungere quella verosimile delle donne in gravidanza, e dei soggetti elettrosensibili. Questo ha permesso la pubblicazione di titoli di giornale rassicuranti come quello di Barillari, che inducono la popolazione a comportamenti imprudenti
– basa le conclusioni su studi che evidenziano limiti dichiarati dagli stessi autori (tempo ridotto di analisi almeno per 3 degli studi riportati)
Come affermato anche in Commissione speciale dal ricercatore Polichetti, la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) classifica oggi le radiofrequenze in classe 2B, possibili cancerogeni, nessuno però ha aggiunto che la stessa ha annunciato già a marzo 2019 la revisione della classificazione con alta priorità, che, con gli studi in vivo del Ramazzini e del NTP oltre alle evidenze epidemiologiche, sicuramente sarà rivisto al rialzo (probabile cancerogeno, se non addirittura cancerogeno).
Inoltre lo SCHEER (Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks) della Commissione Europea ha affermato che la nuova rete 5G potrebbe comportare rischi addizionali per l’ambiente e per la salute umana, che non andrebbero sottovalutati.
Infatti gli effetti dannosi non riguardano (solo) l’essere umano, ma tutto il pianeta, vista la pervasività che avrà il 5G con la copertura del 98% attraverso antenne e das/phase array sulla Terra e gli oltre 20,000 satelliti che stanno lanciando nello spazio.
Riguardo per esempio le api, il dott. Di Ciaula, Comitato scientifico ISDE ha scritto: “la magnetite contenuta nel corpo delle api ha un ruolo importante per le loro funzioni neurologiche e contribuisce al senso dell’orientamento (rende possibile il ritorno alle colonie di appartenenza), e le rende anche sensibili ai campi elettromagnetici. E’ stato rilevato da uno studio pubblicato su Nature – Scientific Reports che a 1V/m (il limite attuale in Italia è 6 V/m) l’assorbimento è massimo con onde millimetriche oltre i 6 GHz, frequenze che saranno usate su scala globale per il 5G. Gli Autori dello studio prevedono un incremento significativo delle radiofrequenze che saranno assorbite dagli insetti in seguito al passaggio dal 3G-4G al 5G. Questo, secondo gli Autori, potrà comportare “con il tempo modificazioni del comportamento, della fisiologia e della morfologia degli insetti” ( HYPERLINK “https://www.nature.com/articles/s41598-018-22271-3″https://www.nature.com/articles/s41598-018-22271-3).
Alla luce di quanto detto, riteniamo di essere in presenza di una vera e propria sperimentazione sanitaria sui cittadini (oltre che sull’ambiente!), che ricordiamo essere contraria al Codice di Norimberga!
Facciamo appello a tutti i cittadini della provincia di mobilitarsi rispetto ai rischi per la loro salute e per l’ambiente.
Questo il contatto mail del gruppo spontaneo provinciale dell’Alleanza italiana Stop5g prov. Udine stop5g.udine@protonmail.com
Alleanza Italiana Stop5G prov. Udine