Lavoro: Regione, ricordare sempre chi rischia la vita per bene comune
La campana realizzata per ricordare la tragedia di Arsia del 28 febbraio 1940, nella quale persero la vita 185 minatori, rappresenta un simbolo delle vittime sul lavoro di ieri e di oggi. In queste ore difficili, infatti, non vanno dimenticati i medici, gli infermieri e le autorità sanitarie in prima linea nell’emergenza coronavirus. Anche se si tratta di mestieri molto diversi e di epoche storiche lontane, è giusto ringraziare sempre chi sta rischiando personalmente per il bene delle nostre comunità. Questo il pensiero espresso dall’assessore regionale alle Autonomie locali in occasione dell’arrivo in piazza Unità a Trieste della campana ‘Alma Mater Dolorosa’ forgiata per commemorare l’ottantesimo anniversario del tragico evento. Nel corso della breve cerimonia, la Regione ha voluto ringraziare tutti quelli che si sono adoperati per portare avanti questa iniziativa, la quale si concluderà con l’arrivo del simbolo di tutti i caduti sul lavoro proprio nella località istriana di Arsia/Raša – oggi in Croazia – teatro del terribile incidente. È stata inoltre ricordata la figura del triestino Arrigo Grassi, il ventottenne meccanico di miniera, medaglia d’oro al valor civile, morto nelle gallerie invase dal gas letale dopo aver salvato dieci compagni in difficoltà. “Non piangere, madre. Tuo figlio dorme il sonno dei giusti. Il lavoro volle l’estremo sacrificio. A te rivolgemmo l’ultimo pensiero”. Sono queste, infatti, le parole impresse sulla campana che sarà collocata per alcune settimane all’ingresso del Municipio di Trieste. Fusa nella Fonderia pontificia di Agnone, la campana ‘Alma Mater Dolorosa’, che pesa oltre 200 chili e ha un diametro di 70 centimetri, è stata commissionata dal professor Michele Maddalena, in collaborazione con il Consolato regionale dei Maestri del Lavoro, e presenta anche gli stemmi del Friuli Venezia Giulia e del Veneto che hanno garantito fin da subito un appoggio concreto a questo progetto.