L’International China Ingromarket chiude temporaneamente i battenti per ordinanza del sindaco di Pradamano
Nel pomeriggio di venerdì 12 gennaio, la polizia locale dell’Uti del Friuli centrale, su disposizione del primo cittadino Enrico Mossenta, ha notificato l’ordinanza che dispone l’immediata serrata all’imprenditore cinese Liao Xianyang titolare del centro International China Ingromarket. che si affaccia sulla strada regionale 56 (via Nazionale 42), in Comune di Pradamano e dove, al suo interno operano 30 attività che vendono diverse tipologie di merce.
Stando a quanto riportato dal Messaggero Veneto, il tutto è partito da una normale visita ispettiva che gli uomini del Comando provinciale dei Vigili del fuoco hanno effettuato a fine 2017 per verificare il rispetto delle norme di sicurezza e in particolare per la parte inerente la prevenzione degli incendi.
E proprio a seguito del sopralluogo, rende noto il sindaco Mossenta, che è stata accertata l’assenza di qualsiasi autorizzazione sulla sicurezza e prevenzione degli incendi: «È risultato che il locale era sprovvisto di qualsiasi autorizzazione in materia di prevenzione incendi. Per questo motivo abbiamo ricevuto in municipio la segnalazione, diretta ovviamente anche all’autorità giudiziaria, contenente il parere contrario all’esercizio dell’attività, proprio perché lo stabile non garantiva la sicurezza delle persone, così come prescritto dalla legge. Inoltre sono state riscontrate alcune violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro che se non verranno eliminate, insieme agli adempimenti per l’antincendio, lo stabile non potrà riaprire i battenti. È giusto che tutti rispettino le regole in particolare se parliamo di questioni legate alla sicurezza e incolumità delle persone su luoghi di lavoro. Proprio per questo ho ritenuto di dover procedere con l’ordinanza, prevedendo comunque la possibilità di riapertura a seguito della completa ottemperanza delle regole prescritte».
Lo stabile fino al 2009 ospitava la sede del Gros Market, attività all’ingrosso che nell’ultimo periodo di attività vedeva impiegate circa una trentina di persone. Tutti a casa e poi il passaggio in mani cinesi, così come successo ad altri capannoni della zona. Non è inoltre il primo stabile della zona chiuso per questi motivi, qualche tempo fa sorte simile tocco al Centro ingrosso Italia-Cina a Manzano sempre sulla sr 56.