La crocifissione di Afro e Mirko Basaldella a Casa Cavazzini
Martedì 22 settembre è stata presentata presso Casa Cavazzini la nuova collocazione all’interno del percorso espositivo permanente dell’opera dal titolo Crocifissione portata a compimento da Afro e Mirko Basaldella nel 1947. La grande scultura in ceramica e smalti è entrata a far parte delle collezioni museali grazie al contratto di comodato d’uso gratuito ventennale sottoscritto congiuntamente dalla Fondazione Friuli e dall’Amministrazione comunale che hanno così deciso di instaurare un legame di collaborazione culturale a vantaggio dell’istituzione museale e dell’intera cittadinanza udinese. In quest’occasione la sinergia tra il Comune di Udine e la Fondazione Friuli ha visto l’ingresso a Casa Cavazzini di un pezzo di fondamentale importanza nella produzione dei due fratelli Basaldella, una testimonianza particolarmente significativa del loro lavoro nell’immediato secondo dopoguerra quando il pittore e lo scultore si trovavano entrambi alla ricerca di un rinnovamento radicale del proprio linguaggio espressivo.
La scultura di grandi dimensioni che la Fondazione Friuli aveva acquistato nel 2002 per la propria raccolta d’arte, è andata così ad arricchire di un ulteriore tassello espositivo la sala dedicata interamente a Dino, Mirko e Afro Basaldella al primo piano del museo. Da questo momento in poi e per molti anni a venire, i visitatori potranno ammirare nuovamente questa Crocifissione – fino a poco tempo fa conservata presso la sede della Fondazione – in un contesto più rappresentativo e da cui essa risulterà maggiormente valorizzata da un punto di vista storico-artistico.
Quando nel 1947 i due fratelli firmarono e datarono questo grande rilievo in ceramica il loro intento era quello di dare vita ad un’opera che ponesse la loro arte di nuovo in linea con il modernismo europeo da cui pittura e scultura italiane erano rimaste escluse negli anni tra le due guerre. Abbandonato il figurativismo che aveva caratterizzato le loro opere nei decenni precedenti, Afro e Mirko erano approdati a forme postcubiste di matrice picassiana che in quel momento rappresentavano la punta più avanzata dell’avanguardia pittorica e plastica in Italia, come aveva dimostrato il movimento del Fronte Nuovo delle Arti da cui però entrambi avevano preso le distanze.
La Crocifissione giunta recentemente a Casa Cavazzini è una preziosa testimonianza di questa fase temporanea della ricerca dei due fratelli Basaldella. Il modellato richiama esplicitamente la scomposizione cubista a cui si è accennato e anticipa per Afro gli esiti del pannello raffigurante la Mappa della Resistenza in Friuli, dipinto dall’artista a solo un anno di distanza e per Mirko i raggiungimenti di lì a poco toccati nel disegno grande al vero della cancellata per il Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma, frutto di un altro comodato d’uso gratuito di cui la Fondazione Friuli ha beneficiato qualche anno fa il museo. Grazie alla collocazione nella stessa sala di queste testimonianze artistiche di Mirko e Afro è oggi possibile seguire visivamente lo sviluppo del lavoro dei due fratelli in anni cruciali per la loro evoluzione professionale.
“Con la Crocifissione di Afro e Mirko Basaldella – ha commentato il Sindaco di Udine Pietro Fontanini – prestata dalla Fondazione Friuli a Casa Cavazzini nell’ambito di una ormai collaudata collaborazione tesa alla valorizzazione dell’arte friulana, il nostro Museo d’arte moderna e contemporanea si arricchisce di un pezzo fondamentale che, oltre ad essere uno dei nostri capolavori, rappresenta la testimonianza di un’epoca di grande fermento culturale e intellettuale che vedeva nella città di Udine uno dei poli maggiormente attivi. Desidero quindi ringraziare il Presidente Morandini per questa iniziativa che dimostra ancora un volta la sensibilità con cui la Fondazione Friuli assolve alla propria missione culturale e civile”.
“Con l’odierna collocazione – ha aggiunto il Presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini – abbiamo completamente realizzato gli scopi che la Fondazione si era prefissata quando ha acquisito dalla famiglia questa opera fondamentale dei Basaldella e cioè farla rimanere in Friuli e soprattutto garantirne la fruizione per l’intera comunità, peraltro in un luogo come Casa Cavazzini, così profondamente legato all’opera dei fratelli udinesi”.