Pittoni: “Istruzione, autonomia fiscale e controllo dei flussi migratori, tre punti fondamentali trascurati dalle legislazioni passate”
Mario Pittoni, Capogruppo della Lega Nord in Consiglio Comunale a Udine, è intervenuto ieri ai microfoni di EFFE Radio nella trasmissione “La Repubblica delle Banane” (puoi riascoltare la puntata cliccando qui), rispondendo alle domande dei conduttori Timothy Dissegna e Stefano Pontoni.
Mario Pittoni è anche Responsabile Federale Istruzione Lega Nord: “La mia azione non rigurada solo il nord. Sono stato anche al sud a presentare le nostre proposte per l’istruzione. Le proposte erano incentrate sulla regionalizzazione dei concorsi per le scuole, accolte positivamente. Da anni gli stipendi degli insegnanti sono sempre più bassi. Quando un insegnante è costretto a spostarsi di qualche centinaia di chilometri i costi per lui aumentano e quando devi anche pagare quattro bollette e l’affitto i soldi sono già finiti. È dallo stesso sud che cresce la richiesta di concorsi a livello locale, non c’è il problema solo degli insegnanti del sud che fanno concorrenza a quelli del nord, ma anche quello di uno spostamento che sta diventando impossibile”
Sull’autonomia sul piano dell’istruzione: “C’è già una percentuale di materie che fanno riferimento all’autonomia, nel senso che si può scegliere alcune materie da insegnare ai ragazzi. Poi c’è la questione della gestione. 23 materie potrebbero essere assegnate direttamente alle regioni, tra cui anche l’istruzione, poi c’è il fronte nazionale, dove lotto io, ovvero quello della conversione dei concorsi nazionale su base locale”.
Questione immigrazione: “Il problema della sicurezza non è legata allo straniero in sè, ma ai mancati controlli sui flussi migratori. Fino al 2010 gli arrivi erano sotto controllo, quando era ministro dell’interno un nostro rappresentante gli immigrati erano 4400 all’anno, adesso 4400 persone arrivano in una settimana. Il risultato è stato che prima era il governo italiano a stabilire i flussi, in base alle necessità, adesso le quote sono bloccate e anzi chi gestisce questa tratta di essere umani decide quante persone devono arrivare nel nostro paese, la cosa è assolutamente inaccettabile e bisogna intervenire. Quello che fa rabbia è che chi ci governa fa passare il messaggio che la politica sia impotente davanti a questo fenomeno, ma non è la verità. L’Italia è l’unico Paese che ha tre livelli di protezione, negli altri Stati ce ne sono due, l’asilo politico e la protezione sussidiaria, per chi nel proprio Paese rischia pene per reati che negli altri Stati nemmeno esistono. Con il governo Prodi noi ci siamo inventati anche la protezione umanitaria, ecco questa non ha nulla a che vedere con l’asilo politico e copre più della metà delle persone che vengono assistite, è una libera scelta del governo italiano. Basterebbe toglierla per far sì che le amministrazioni abbiano meno della metà delle persone da gestire”.
“Io credo che l’errore delle amministrazioni locali sia stato non fare fronte comune per fare delle richieste specifiche al governo. Purtroppo buona parte di questa amministrazione ha lo stesso colore politico del governo, non se la sono sentita di alzare la voce più di tanto e si sono trovati a gestire flussi migratori spaventosi. Quando la nostra governatrice Serracchiani parla di accoglienza diffusa, che tutti i comuni dovrebbero accogliere queste persone, ci rendiamo conto che il Friuli è fatto di tanti comuni piccoli che non possono gestire la cosa? Sono sindaci di buon senso quelli che si sono opposti, è al governo regionale che è mancato il buon senso, quando da Roma è arrivata la richiesta di tenere 1200 profughi in più rispetto dalla normativa la Serracchiani, anzichè impuntarsi e chiedere al ministero dell’interno che queste persone fossero gestite in altro modo, ha risposto “signorsì” e ha inoltre fatto richiesta ai nostri amministratori di occuparsi delle persone in più”.
L’autonomia fiscale: “Qui i fronti sono due, uno è il federalismo fiscale, che avevamo messo a punto nella scorsa legislatura insieme a otto decreti attuativi, è stata una delle prime cose bloccate dal governo Monti, era invece il meccanismo che poteva mettere sotto controllo la spesa pubblica, con un risparmio di 20 forse 30 miliardi annui. Poi l’altro fronte è quello della fiscalità di concorrenza, una possibilità già assegnata alla nostra regione ma non ancora usata, ovvero la possibilità di modulare la tassazione per le imprese in modo che possano mantenere la competitività con i Paesi vicini, dove notoriamente le tasse delle imprese sono più basse”.
Le speranze per le elezioni: “Un messaggio importante per chi ascolta: i sondaggi non dicono che nessuno è in grado di arrivare al famoso 40% che permetterebbe di governare, dicono che c’è una sola coalizione che è vicina a quel numero ed è quella del centrodestra, che viaggia tra il 37% e il 40%. La cosa non viene detta perchè c’è la paura che, pubblicizzando il dato, questa prenda qualche voto in più, andando a superare anche il numero richiesto”.
Autonomia non solo per Veneto e Lombardia: “Assolutamente, l’autonomia che proponiamo vale per tutte le regioni, non solo per Lombardia e Veneto, perchè nel momento in cui nella gestione delle risorse pubbliche arriva la responsabilità, ovvero il chi sbaglia paga, questo è nell’interesse di tutto il territorio nazionale”.