«Finanziaria Fvg, sulla sanità nessun cambio di passo», critiche dalla Cgil
«L’incremento previsto rispetto alla spesa 2019 è troppo esiguo per superare le lacune emerse con la pandemia». Sì al ricorso alla leva del debito, «ma si investa su settori e obiettivi strategici»
«L’incremento della spesa sanitaria previsto dalla Finanziaria regionale 2021, che a quanto ci risulta è di 16 milioni, non rappresenta il segnale di quel cambio di passo che sarebbe necessario per affrontare e tentare di risolvere le criticità emerse nella gestione dell’emergenza Covid». Questo, secondo il segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta, uno dei principali limiti di una legge di Bilancio che è approdata in Consiglio con il «peccato originale di un confronto frettoloso e poco approfondito con le parti sociali».
ASSUNZIONI E NON SOLO. Se da un lato comprende l’esigenza di un’approvazione in tempi rapidi della norma, il segretario della Cgil sostiene che «sarebbe stata necessaria una maggiore apertura al contributo delle rappresentanze economiche e sociali». I limiti degli interventi sulla sanità, secondo il segretario, nascono anche da questa mancanza di confronto: «Non soltanto non vediamo garanzie sulle necessità contingenti, legate alle carenze messe a nudo dall’emergenza in corso, ma neppure traccia di investimenti su quegli obiettivi che costituiscono l’asse portante dell’ultima riforma sanitaria e la strada maestra per ridurre la pressione sul sistema ospedaliero: il rafforzamento dei servizi territoriali e dei dipartimenti di prevenzione, l’incremento dei medici di base, gli investimenti in servizi innovativi come la telemedicina, il potenziamento dell’assistenza domiciliare come alternativa alle case di riposo».
DEBITO SOLO PER INVESTIMENTI STRATEGICI. Come già manifestato alla Giunta in occasione del vertice della scorsa settimana, «di fatto l’unica occasione di confronto con le parti sociali», la Cgil «condivide la scelta di ricorrere alla leva del debito a sostegno della spesa per investimenti». Bene anche l’incremento a 354 milioni della dotazione progressiva del piano di rilancio, «a patto però che questo sappia interfacciarsi con il ricorso al Recovery Plan e che vengano definite linee e criteri d’intervento capaci di indirizzare gli investimenti su settori strategici e di sostenere chi investe in buona occupazione, come è stato sottolineato sia nei confronti del presidente Fedriga sia nell’ambito del tavolo sulla nuova legge SviluppoImpresa». Da qui, rimarca Pezzetta, «la necessità che investimenti e progetti non vengano calati dall’alto o, peggio, finiscano per tradursi in una miriade di finanziamenti a pioggia. Ecco perché la Cgil sollecita la costituzione di «una cabina di regia con istituzioni, parti sociali e rappresentanze del mondo economico». Sottolineata, infine, l’esigenza di «accelerare i tempi di opere già cantierabili come quelle dei Comuni, a partire da quelle per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, anche con interventi ad hoc che consentano di sostenere la capacità di spesa degli enti locali, messa a dura prova dagli effetti della pandemia».