Regionali, Cecotti si candida: “Dobbiamo risollevare il Friuli dopo il disastro dei governi Tondo e Serracchiani”
Già da qualche mese era nell’aria, ora è ufficiale: Sergio Cecotti scende in campo, sarà lui il candidato presidente per Patto per l’Autonomia alle prossime regionali del 29 aprile. L’annuncio della sua discesa alle regionali è arrivato nel corso della convention di Patto per l’Autonomia, il nuovo movimento autonomista che in questi mesi si sta inserendo con forza nello scenario politico regionale e che può diventare quella mina vagante pronta a rompere gli equilibri.
“Sì, mi candido. Nella mia vita è arrivato il momento di fare una scelta fra ciò che è giusto o ciò che conviene. Ora la cosa giusta per il futuro di questa regione è obbedire al richiamo di tutti coloro che non si rassegnano alle macerie di ciò che eravamo ma vogliono ricostruire”.
A Cecotti, che già dal 1995 al 1996 aveva guidato la Giunta regionale con l’appoggio dei partiti del centro-sinistra, quindi il compito di rappresentare un movimento che si impegna a fare gli interessi del territorio, contro tutto e contro tutti, senza cedere alla logiche di partito. Il Patto correrà da solo infatti, cercando di convogliare, oltre ai difensori dell’autonomia della nostra regione, anche tutti coloro i quali si sentono delusi da una politica tradizionale sempre più lontana dalla persone.
Una candidatura, quella dell’ex sindaco di Udine, che ha generato non poco clamore ma soprattutto grande entusiasmo tra i tanti presenti in sala. “E’ un’emozione vedere tante persone pronte a mettersi in gioco. A convincermi è stata la situazione disperata in cui si trova la Regione. Di fronte ad uno scenario così drammatico era difficile tirarsi indietro per una persona con un minimo senso della realtà”.
Ricostruire la Regione, è questo il grande obiettivo che Cecotti si pone: “C’è un territorio da ricostruire, il governo Tondo e quello Serracchiani hanno prodotto risultati disastrosi, peggio di un terremoto. Per capirlo basta guardarsi in giro, c’è stato un tracollo sociale, economico e culturale senza precedenti. E tra i vari candidati non ho intravisto proposte serie in grado di invertire il trend. I programmi di questo centrosinistra ci porterebbero al disastro. I friulani e i triestini non si meritano questo. Il Fvg che storicamente ha sempre saputo offrire servizi efficienti e una buona qualità della vita oggi si trova in fondo alla classifica, rischiamo la retrocessione e ci troviamo ad inseguire anche regioni come la Calabria che in passato avevamo sempre alle spalle. Per farsi un’idea della situazione basta prendere in considerazione dati oggettivi su sanità, finanza pubblica, investimenti. I numeri dicono che siamo da serie Z e non ce lo meritiamo”.
Dito puntato quindi contro chi ha governato negli ultimi anni ma anche contro i diretti concorrenti alla presidenza: “Negli altri programmi non ho notato nemmeno un’idea di futuro. I nostri punti di forza sono le debolezze altrui. Non possiamo accettare di essere trascinati in basso perché qualcuno ha deciso di usare il Fvg per inseguire carriere a Roma”.