Salute: inversione tendenza su prevenzione, vaccinati in aumento
È il quadro che emerge, dati alla mano, dal rapporto sintetico sulla sanità regionale, illustrato oggi a Udine a tre anni dall’avvio della riforma.
Un bacino di numeri che pesa oggettivamente il sistema sanitario prendendo a modello una giornata tipo su cui confrontare i principali parametri del servizio (nello specifico un giorno infrasettimanale). Il medico di base si conferma il primo punto di riferimento sanitario per il cittadino, con 45.000 persone al giorno che mediamente interagiscono con questa figura. Nello stesso giorno tipo sono 23.800 le chiamate al Centro unico di prenotazione (Cup), 5.000 le persone ricoverate negli ospedali della regione, 9.000 quelle non autosufficienti assistite nelle case di riposo, ad esclusione dei ricoveri in Residenza sanitaria assistita (Rsa). Le chiamate al 118 nel giorno medio sono 836 e comprendono le semplici richieste di informazioni o di attivazione di un servizio, mentre i mezzi in missione, ovvero in movimento sul territorio, sono 347, pari a circa 126.700 missioni l’anno. La fotografia misura l’inversione di tendenza nel ricorso alle cure ospedaliere a vantaggio della prevenzione e dell’assistenza territoriale.
Il servizio domiciliare contava, nel 2016, 3.456 utenti fissi in carico, saliti a 3.775 nel 2017, per i quali vengono effettuati 76.759 accessi giornalieri per assistenza in casa, pari al 13,2% in più rispetto al 2016, con un trend di crescita costante. Nella prospettiva di una società sempre più composta da persone anziane malate che vivono sole, la Regione ha potenziato il servizio Sicuri a Casa con cui operatori del sistema sanitario verificano telefonicamente lo stato di salute delle persone a rischio e monitorate. Sono state effettuate 4.280 telefonate a persone anziane che vivono sole, di cui l’85% sono donne, con un’età media di 83 anni. La Regione in questo ha adottato un modello utilizzato nel Nord Europa per la prevenzione della fragilità, che consente di intercettare con anticipo i casi a rischio, tramite il monitoraggio telefonico svolto dal Televita regionale. Quanto agli accessi in Pronto Soccorso sono 450.000 l’anno, con una media di 1.329 accessi nei giorni feriali e 1.274 nel week-end, complessivamente in leggero calo, laddove la diminuzione più rilevante riguarda gli accessi di codici bianchi rispetto al totale. Rilevanti i risultati raggiunti dai piani sanitari e dalle reti di assistenza per le malattie croniche, a cominciare dal diabete. Tra i diabetici infatti, aumenta del 17% il ricorso agli esami diagnostici preventivi, con un conseguente calo dei ricoveri in ospedale per problemi correlati. La rete dell’ictus, inoltre, ha portato quasi al raddoppio del numero di interventi di trombolisi nel biennio 2015-17, passati da 274 a 457 l’anno. La conseguenza diretta, in questo caso, è una riduzione dei decessi e delle disabilità conseguenti, con un minor ricorso alla riabilitazione. In tema di prevenzione il Friuli Venezia Giulia fa inversione anche nel trend negativo delle vaccinazioni (era tra le ultime regioni in Italia nel 2016 per numero di vaccini effettuati): la campagna vaccinale ha portato ad un incremento anche rispetto ai dati 2015, in particolare per lo pneumococco (da 81,02% a 85%, molto vicino alla soglia ottimale).
Resta altissima l’incidenza delle campagne di screening tumorale, con un aumento, ad esempio, dal 65,95% al 70% dello screening della mammella, un dato che pone il Friuli Venezia Giulia tra le prime regioni in Italia. Infine, su un numero complessivo di 1.050.000 telefonate al Cup regionale, sono 690.000 le prenotazioni di esami e visite effettuate con questo servizio.